
Con iOS 7, gli iBeacon sono finalmente disponibili per gli sviluppatori. Ma di cosa si tratta? Ce lo spiega un post di Timothy Perfitt, fondatore di Twocanoes Software.
Gli iBeacon, in poche parole, sono un nuovo sistema di geolocalizzazione che copre il vuoto lasciato dal GPS. Quest’ultimo infatti lavora in modo ottimale con le app che operano outdoor (primi fra tutti i navigatori satellitari), ma ha performance molto più carenti indoor o quando deve tracciare spostamenti inferiori ai 20 metri. Gli iBeacon risolvono questo problema perché non forniscono coordinate GPS ma, tramite il Bluetooth, determinano la distanza di un dispositivo da un piccolo pezzo di hardware che si può posizionare in qualsiasi ambiente.
Funzionano indoor
Oltre a non essere accurati all’interno degli edifici, i sistemi GPS devono interrogare un numero consistente di satelliti e quindi rischiano di rivelarsi lenti. Per questo Apple ha cercato di velocizzare il processo di geolocalizzazione, non limitandosi al GPS ma appoggiandosi alle reti WiFi attive nelle vicinanze. Il che non significa che il dispositivo iOS si connette a queste reti, ma che rileva il loro nome e la forza del loro segnale per determinare la loro localizzazione.
Basso consumo
Chiunque abbia uno smartphone l’ha imparato a proprie spese: quando si attiva il GPS o il WiFi, l’impatto sul consumo di batteria è pesante. Ma il Bluetooth Low Energy (chiamato anche BLE o Bluetooth Smart), che fa parte del Bluetooth 4.0, è molto diverso dal segnale che abbiamo imparato a conoscere finora (quello, per intenderci, di dispositivi come le cuffie wireless). E consuma molto meno la batteria dello smartphone.
iBeacon e iOS 7
iBeacon, supportato da iOS 7, è un servizio Bluetooth Low Energy che periodicamente invia ai dispositivi un identificatore univoco, composto da una stringa a 128 bit e due valori chiamati major e minor. Questo identificatore, chiamato UUID, non è distribuito da un’authority specifica ma può essere generato da un qualsiasi utente. Ai dispositivi viene anche comunicata la potenza del segnale, che può variare da un iBeacon a un altro: conoscerla, dunque, permette al dispositivo di stimare la posizione dell’iBeacon con precisione maggiore.
Geofencing
Il geofencing è un sistema che fa sì che, quando un dispositivo iOS entra o esce da una determinata area, una app entri in funzione in background e compia una determinata operazione. In sintesi, si può far sì che una app invii delle notifiche ogni volta che si trova a una certa distanza dall’iBeacon, o ancora quando perde il segnale.
User intent
Letteralmente, il concetto corrisponde a “cosa vuole trovare l’utente”. È il sistema per cui le app con cui l’utente non sta interagendo non si attivano finché non è l’utente a deciderlo. È grazie a questo sistema che i sistemi che lavorano con gli iBeacon riescono a limitare il consumo di batteria.
Esempi pratici
Una delle prime aree di interesse è quella degli spazi commerciali. La app di un negozio, ad esempio, potrebbe rilevare l’ingresso dell’utente nel punto vendita e spiegargli dove trovare i prodotti che cerca. Ma questa è solo una delle molteplici strade che si aprono: andiamo verso un futuro in cui l’utente potrà istruire una app a fare una determinata azione in automatico a seconda delle proprie necessità. In alcuni ospedali, ad esempio, i medici già usano l’iPad per consultare le informazioni sui pazienti: un sistema basato sugli iBeacon potrebbe permettere alla app di caricare automaticamente le informazioni su un paziente quando il medico si avvicina alla sua stanza.
Il futuro
Probabilmente – ipotizza Timothy Perfitt – nei prossimi mesi gli iBeacon diventeranno presenze via via più comuni. Tanto più perché sono piuttosto economici: il prezzo finale di ogni hardware ora oscilla fra i 25 e i 40 dollari ed è destinato a scendere ancora mano a mano che la tecnologia si diffonderà. Non ci resta che prepararci a sfruttare al massimo le loro molteplici potenzialità!
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